Università Cattolica del Sacro Cuore

Consigli di lettura: Pablo d'Ors e il potere del silenzio

 21 novembre 2014 pastorale-Foto_articolo_14_11_2014_rdax_260x195.jpg

In occasione di Bookcity i chiostri dell’Università Cattolica hanno ospitato personaggi illustri del mondo del libro. Un’opportunità preziosa per scrittori, bibliofili e soprattutto per studenti non solo perché ha consentito loro di assaporare alcune delle novità bibliografiche uscenti, magari anche dei propri autori preferiti, ma anche di poter constatare l’importanza della lettura da due differenti punti di vista. Le giornate di giovedì 13 e venerdì 14 novembre infatti, hanno visto rispettivamente l’alternanza dei due temi scelti per Bookcity in Cattolica ovvero la lettura, tra professioni, media e arte e il Pensiero: dall’ascolto al silenzio. Mentre la prima giornata ha esaminato i collegamenti esistenti tra la sfera del mondo editoriale e quella del mondo cinematografico, la seconda si è rivelata peculiare attraverso la promozione di momenti teatrali, bookcrossing, dialoghi e persino un flashmob sul valore del silenzio.

Tra i numerosi ospiti alternatisi nel corso delle due giornate spicca una personalità proveniente dal panorama internazionale, rappresentando il momento clou dell’intero evento. L’incontro con il grande scrittore spagnolo Pablo d’Ors si è tenuto nell’aula Pio XI dell’Università con la messa in scena di un vero e proprio flashmob letterario. Gli studenti iscritti all’associazione Vox, al richiamo del segnale di partenza, hanno letto all’unisono una delle pagine principali del nuovo testo dell’autore: Biografia del silenzio: la meditazione e la vita.

Il sacerdote madrileno dall’animo cosmopolita debutta come scrittore agli inizi del 2000 con la pubblicazione di "El estreno", una raccolta di racconti molto apprezzata dalla critica.

Spirito curioso, ospitale, aperto e rigoroso apre, con queste parole, la sua presentazione: “Sono venuto qui perché ho una grande passione, la passione per il silenzio”.  

D’Ors si è dedicato alla meditazione intesa come modo di stare al mondo prima ancora che come esperienza religiosa. Da anni pratica lo zen, ha compiuto milioni di viaggi come il cammino di Santiago de Compostela, il soggiorno presso l’Himalaya e sul monte Athos, ha attraversato il deserto del Sahara sulle tracce di Charles de Foucauld.

“Nella società attuale siamo tutti estroflessi e facciamo fatica a guadagnare lo spazio interiore che solo la lettura ci concede”, sostiene lo scrittore. C’è un’infinita necessità di ascolto e di creazione del vuoto all’interno del dialogo, il vuoto che noi cristiani chiamiamo oblio di sé.

Il cappellano racconta episodi di vita vissuta in cui ha riscontrato il bisogno della sua gente di ricevere ascolto. Denota tra i discorsi del popolo un forte parallelismo per cui un interlocutore racconta le sue esperienze e l’altro risponde inesorabilmente con le proprie, senza lasciar spazio al silenzio e, dunque, all’ascolto.

Il silenzio educa al rispetto e all’amore verso gli altri e solo se c’è curiosità il mondo può progredire. La società si sta sempre più inaridendo perché il popolo perde, in misura crescente, la sete della conoscenza.

La meditazione ci insegna a respirare e a ritrovare noi stessi, ponendoci al centro. L’obbligo di noi cristiani è infatti sentirci innanzitutto al centro, come la punta di un compasso, per poi aiutare gli altri, iniziando a tracciarne perfettamente i cerchi. Respirare è ricevere e dare, facendo una giusta proporzione tra le parti, dunque il gioco è inspirare ed espirare. Quanto più riusciamo ad essere noi stessi tanto più saremo liberi.

Lo scrittore sostiene il suo desidero di fare della sua venuta un incontro sapienziale e non intellettuale perché il saggio, a differenza dell’intellettuale, consente che la realtà entri dentro di noi, non si limiti alla penetrazione.

Perché biografia del silenzio allora? Perché il silenzio deve essere visto come una persona e non come una cosa. Il testo, attraverso una scrittura molto semplice e comprensibile a tutti, ci avvicina alla pratica della meditazione. Si può essere felici solo quando si percepisce realmente la realtà. La meditazione aiuta a ritrovare l’infanzia perduta, l’amore per la meraviglia e lo stupore anche per le azioni di tutti i giorni.          

Martina Grasso