Università Cattolica del Sacro Cuore

Il primo Dies Accademicus non si scorda mai...

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Milano, 18 novembre 2014. Sono da poco trascorse le ore 9 e nella Basilica di Sant’Ambrogio è tutto pronto per la celebrazione della Messa che darà il via a un nuovo anno accademico, il primo e forse il più emozionante per due nuovi studenti universitari come noi. A celebrare la liturgia sarà l’Arcivescovo di Milano Angelo Scola.

Al termine della celebrazione ci sposteremo nell’Aula Magna di largo Gemelli, dove al discorso inaugurale del Magnifico Rettore Anelli, seguiranno l’augurio dell’Arcivescovo Scola e la prolusione da parte di Monsignor Tomasi, osservatore permanente per la Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite a Ginevra. Sacralità e autorevole qualità, così prenderà il via questo nuovo anno accademico all’Università Cattolica.

La messa inizia in un’atmosfera di raccolta festosità. Al coro di sottofondo rispondono centinaia di ragazzi che si lasciano visibilmente abbracciare dalla circostanza, apparendo come un’erma bifronte: umili e deboli dinanzi all’Assoluto da un lato, forti e convinti grazie alle parole dell’Arcivescovo dall’altro.

Scola celebra la Messa in un personale raccoglimento, coinvolgente ma intimo, consegnando ai presenti numerosi messaggi su cui meditare. Tra tutti, sono due quelli che più ci hanno fatto riflettere.

“La bellezza della sapienza sta nella concretezza della conoscenza”, questo il primo messaggio che ci ha donato l’Arcivescovo. Ovvero, si comprende quale grande cosa sia studiare nel momento in cui si pratica quanto appreso dai libri e dai docenti nelle situazioni più ordinarie o insolite.

Il secondo messaggio risuona come un incoraggiante invito a dare il meglio come studenti: “L’Università Cattolica è un’istituzione solida, stabile, come la casa costruita sulla roccia.” Ovvero, bisogna sentirsi fortunati ed essere orgogliosi di frequentare questa Università, che è figlia del tempo e della storia, delle persone che l’hanno creata e di coloro che l’hanno vissuta, che come una casa sulla roccia si è formata lentamente ma in modo robusto e resistente.

La Messa termina, e noi, prontamente, ci dirigiamo nell’Aula Magna per far parte di quel fortunato numero di studenti che hanno potuto assistere personalmente alla cerimonia di inaugurazione.

Il Magnifico Rettore apre la festa accademica con un discorso solenne quanto efficace. Difatti, siamo riusciti a cogliere in un micro-passaggio molto suggestivo per noi studenti, e per noi matricole in particolare, lo spirito dell’Università Cattolica: “È un ponte verso il mondo, ne svela la sua grandezza; è una possibilità di crescita personale.”

Entusiasmati da queste parole, è di nuovo l’Arcivescovo di Milano a donarci parole che sanno di grandiosità. Egli tratta il tema delle periferie, questione molto attuale soprattutto nel contesto nazionale, parafrasando quanto detto da Papa Francesco: “Gli studenti siano discepoli missionari.” Da questo discende il ruolo delle università come centro di formazione e crogiolo di speranze per migliorare, tramite lo studio, le realtà più disagiate. Ed è così che subito ci ritorna in mente quella frase, tanto bella da sembrare un aforisma, detta poco tempo prima nella liturgia.

In conclusione, a prendere la parola è  S.E. Rev.ma Monsignor Tomasi, il quale unisce la propria esperienza presso le Nazioni Unite  con la storia dell’umanità per sfociare, infine, nella crisi che prima ci ha avvolto e ora ci sta sotterrando. “In tempi di crisi di cultura e d’identità, l’Università Cattolica resta uno dei luoghi qualificati per trovare le strade giuste per uscirne”, queste sono le parole del Monsignore che ci hanno reso possibile comprendere cosa significhi frequentare l’Università Cattolica. Allo stesso tempo, però, richiamano noi studenti a un compito importante: studiare e meditare per aiutare.

Il Magnifico Rettore dichiara ufficialmente aperto l’anno accademico 2014/2015. Noi ci sentiamo arricchiti e più consapevoli di quale sia il nostro ruolo all’interno dell’Università e della società: dobbiamo dare il meglio di noi stessi pensando locale e agendo globale.

Buon viaggio a tutti noi.

Autore: BEATRICE DALOLA, ALBERTO TERRIZZANO