Università Cattolica del Sacro Cuore

Aquam misericordiae quaesumus - Vincenzo Tabaglio e Giuseppe Bertoni

Quando, per avviare il progetto “Produzione di cibo appropriato: sufficiente, sicuro e sostenibile” finanziato dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, arrivammo a Darenchigree (India), non sapevamo di essere a 200 km dalla città che detiene il record mondiale di piovosità, con circa 11 m di acqua all’anno. Eppure, oltre ad altri aspetti agricoli, alimentari, sociali ed igienici dovemmo affrontare fra i primi anche il problema dell’assenza di acqua potabile. Nell’incredulità, tornarono alla mente i versi:

Water, water, every where - acqua, acqua, dappertutto,
Nor any drop to drink. - neanche una goccia da bere.

Coleridge S. T., La ballata del Vecchio Marinaio, Feltrinelli, 2004.

Sotto altra forma il problema dell’acqua si ripresentò a Kabinda (Rep. Dem. del Congo), nel 2° centro pilota del progetto. Impossibile, per noi occidentali, immedesimarci nella fatica quotidiana della ricerca di acqua: 3-4 km di cammino per recuperarne qualche tanica, di qualità più o meno scadente.

In entrambi i casi, gli effetti si ripercuotono sulla salute, specialmente dei bambini. Per sanitizzare l’acqua sono state percorse due strade, mediante 1) l’uso di filtri domestici a cartucce sostituibili, di cui abbiamo dotato le famiglie partecipanti al progetto; 2) l’irraggiamento solare dell’acqua in bottiglie di PET. Nel primo caso si è ottenuta la quasi totale scomparsa dei casi di diarrea e di dolori addominali, passando da un’incidenza del 50% all’1%. Col secondo metodo, si è ridotta la carica microbica, in particolare dei coliformi.

Infine, nel 3° centro pilota, quello piacentino dedicato all’agricoltura intensiva, stiamo studiando sistemi irrigui ad alta efficienza, perché il primo guadagno è il risparmio.

Vincenzo Tabaglio e Giuseppe Bertoni
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore - Piacenza