Università Cattolica del Sacro Cuore

Chiese locali, Università Cattolica, Azione Cattolica

 20 marzo 2014 pastorale-loc_convegno_ac_uc_mi18_03_2014_rdax_260x368.jpg

intervento di Nazarena Puracchio al Convegno
Chiese locali, Università Cattolica, Azione Cattolica
Aula Pio XI
UCSC, 18 marzo 2014

In quell'ormai lontano ottobre del 1999 entrai nella mia parrocchia della diocesi di Chieti- Vasto per partecipare alla Santa Messa del mattino con mia madre e notai tanti bambini, seduti tra i primi banchi che venivano guidati nei canti da alcuni giovani. Al termine della celebrazione eucaristica, mia madre mi chiese se avrei avuto piacere di conoscere quel gruppo. Con l'esitazione e la timidezza che accompagnavano la mia infanzia, mi avvicinai e fui accolta dal sorriso di Emanuele e Simona, gli educatori del gruppo A.C.R 6/8, che - notata la mia ritrosia - mi coinvolsero invitandomi per l'incontro del sabato successivo. Andai e da quel momento la mia parrocchia non fu più solo il luogo in cui recarmi la domenica alla messa delle 9, ma diventò anche una dimensione della mia vita. È nella parrocchia di Madonna delle Piane che ho cominciato a sperimentare i primi legami estranei alla famiglia e alla scuola. Aspettavo quei sabati pomeriggio per prestare il mio servizio che cominciò con l'essere presente alle prove di canto per la messa della domenica, col partecipare alle varie attività di gruppo ricreative, attività che si intensificavano nei momenti forti dell'anno come l'Avvento e la Quaresima, e che trovavano la loro sintesi nei campi scuola diocesani dell'estate. È con l'Azione Cattolica che ho alimentato la mia passione per la musica e il canto, tanto da ritenere la mia presenza nel coro delle recite di Natale indispensabile. Insomma è in quelle stanze parrocchiali che ho scoperto la vita sociale, il sentimento dell'amicizia che ancora fortemente mi lega ad alcuni di quei compagni dell'AC: Silvia, Serena, Vittoria, Lorenzo, Marco e quanti altri! L'albero della mia vita affonda le sue radici nella formazione umana e spirituale ricevuta dall'Azione Cattolica.

Le diverse forme di servizio crescevano man mano che abbandonavo l'infanzia per entrare nell'adolescenza e in me aumentava anche la consapevolezza che se volevo esser cristiana dovevo esserlo sempre, dentro e fuori dalla parrocchia. Il compimento di questo pensiero e la decisione di applicarlo nella mia vita si consolidò definitivamente con l'indimenticabile esperienza della GMG del 2008 a Sidney condivisa con tanti ragazzi dell'Azione Cattolica. Conservo tutt'oggi gelosamente un piccolo boomerang consegnatoci sulla via del ritorno da quella lontanissima terra dal mio vescovo Padre Bruno Forte, come lui ama farsi chiamare. Dandocelo ci disse: «Siete stati accolti, siete stati ascoltati, avete ricevuto, ora tocca a voi il contrario: accogliere, ascoltare, dare». Cosa avrebbe potuto fare una ragazza di 17 anni che amava cantare, che era appassionata di concerti rock, che amava spendere i suoi fine settimana in compagnia dei suoi amici nei vari pub della movida della sua città? Mi venne un'idea: avevo notato che - come tutti noi sappiamo - spesso in quei locali molti ragazzi spendevano la loro vita cercando forme di trasgressione che procurano solo effimeri piaceri e tra loro c'erano anche alcuni amici, compagni di scuola, distanti dalla Chiesa e refrattari a qualunque discorso morale o spirituale, ma amavano la musica come me. Mi confrontai con Guglielmo e con Serena, che con me avevano partecipato alla GMG, e progettammo un contest musicale dal nome "IN ROCK VERITAS"; la scelta del nome non fu casuale perché il nostro scopo era testimoniare come fosse possibile divertirsi davvero anche senza sballarsi. Il nostro piano prevedeva l'uso del locale più frequentato della mia città, Chieti. Ottenemmo il consenso del proprietario; pubblicizzammo l'iniziativa presso le parrocchie della diocesi, diverse delle quali si attivarono. Arrivarono iscrizioni al contest da parte di gruppi oratoriali e il passaparola contagiò anche gruppi estranei a qualunque forma associativa cristiana. Nell'organizzazione ricevemmo l'aiuto morale e tecnico del CSI provinciale. Il contest durò un intero inverno e si arrivò alla manifestazione finale che si svolse a maggio nella piazza principale della città. I vincitori avrebbero avuto come premio la possibilità di incidere un cd. Questa è in sintesi la storia di un'esperienza ci ha arricchito moltissimo, mi ha arricchito moltissimo: era stato il nostro modo autentico di testimoniare e di incrinare lo scetticismo che ci circondava, furono serate belle e occasioni di vero divertimento, che coinvolsero in prima persona anche alcuni di quegli amici che sballavano di sabato sera.

Non passò molto tempo che fui chiamata dalla vita ad assumere la scelta per i miei studi universitari: valutai diverse opzioni e infine scelsi l'Università Cattolica del Sacro Cuore, sia per la garanzia della qualità degli studi e sia per l'ambiente che mi avrebbe permesso di scoprire nuove forme di servizio. Fu naturale per me bussare alla porta della FUCI, mi fu aperto e io, timida matricola, fui accolta dai sorrisi avvolgenti di Andrea, Paola, Francesca, Angela, Laura, Alessandro, Irene e molti altri. Ho detto che per me fu naturale bussare alla porta della FUCI in quanto ero partita già da Chieti sicura che il proseguo della mia formazione spirituale, culturale e sociale vissuta in Azione Cattolica sarebbe potuta continuare, crescere e arricchirsi nella FUCI e cosi è stato. Dal prisma delle esperienze di questi quattro anni nel gruppo FUCI "Giuseppe Lazzati", ho ricevuto tanto e la mia idea di servizio si è ancor più rafforzata a partire dalla proposta di collaborazione tra FUCI e ACS ricevuta da Irene, che ho l'occasione di ringraziare pubblicamente perché si è fidata di me. Infatti l'attività della NO PANIC (rivolta ai maturandi per indirizzarli ad una scelta matura per il futuro universitario o lavorativo) ha confermato in me il convincimento che non c'è differenza nello spirito di missione richiesta ai fucini e agli aderenti dell'Azione Cattolica: siamo tutti lavoratori della vigna del Signore, e sempre più dobbiamo - a mio avviso - rappresentare la Chiesa del grembiule come ci ricorda don Tonino Bello. Potrei citare tanti altri momenti emblematici del mio cammino da cristiana nel gruppo FUCI: le lectiones divinae, gli incontri sociopolitici,l'opportunità di poter scrivere sulla rivista del gruppo, i ritiri spirituali di Avvento e Quaresima, gli appuntamenti regionali e nazionali e ancora tante attività che vanno ad aggiungersi a quelle già vissute senza soluzione di continuità perché tutte queste esperienze hanno un unico comune denominatore: la fede in Gesù, la fede alimentata dalla condivisione, dalla collaborazione e dall'ascolto reciproco. «Quelli che troverete chiamateli». Questa è la frase che è scritta sulla tessera di quest'anno dell'AC e allora continuiamo il nostro lavoro trovandoci e chiamandoci. Grazie.

Nazarena Puracchio
presidentessa del gruppo FUCI "G. Lazzati" UCSC Milano per il biennio 2012-2014