Università Cattolica del Sacro Cuore

Conversando con Paolo Cognetti, tra musica e racconti

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Lunedì 13 aprile alle ore 21:00 presso il salone del Collegio Marianum si è tenuto l’incontro con lo scrittore di raccolte di racconti e di romanzi Paolo Cognetti, classe 1978, e Davide Musso, editor del suo ultimo romanzo.
In un’ambientazione da salotto letterario, con luci soffuse, tavolini e candele, l’autore de “Il ragazzo selvatico” si è raccontato durante una serata scandita da letture recitate con un dolce accompagnamento musicale e momenti di conversazione, ispirati dall’ascolto degli estratti dei suoi libri. 
Partendo proprio dall’analisi del suo romanzo, e percorrendo a ritroso la sua carriera professionale, si sono tracciati gli elementi comuni della sua narrativa, quali la presenza di personaggi femminili e la commistione di elementi di finzione letteraria e verità autobiografiche.
Si è costruito così un percorso in fieri, delineando la crescita personale e letteraria dello scrittore.
La conversazione è iniziata con la presentazione de “Il ragazzo selvatico”, suo ultimo romanzo sulla falsariga della nota storia di “Into the wild”, la cui vicenda aveva colpito lo stesso scrittore. Nel suo libro, infatti, racconta la propria decisione di allontanarsi dalla città per vivere un periodo in montagna, in una valle vicina a quella dove si recava spesso in vacanza da bambino, ritornando così un po’ indietro nel tempo nel tentativo di superare un momento di crisi che l’aveva spinto a partire. 
La nascita del romanzo è avvenuta, però, solo in un secondo tempo, quando Davide Musso gli ha proposto di riordinare il materiale consistente che scriveva abitualmente sul suo blog. Da quel momento ha quindi riesaminato i suoi scritti, con alcuni necessari cambiamenti stilistici e formali dovuti alla lontananza temporale a cui ormai apparteneva quell’esperienza: pochi semplici modifiche, quali il passaggio dal tempo presente al passato, un gesto comunque significativo che rendeva tutto più letterario e distante, come se fosse ormai un episodio superato.
A tal proposito si è avuto anche un interessante momento di analisi sul suo modo di scrivere. Egli stesso ha ammesso che la produzione di uno scrittore è composta inevitabilmente da alcuni riti e che, in particolare, il suo è quello di scrivere sempre a mano sul quaderno per poi ricopiare il prodotto al computer, poiché essendo molto meticoloso nella scelta del lessico preferisce la scrittura manuale che per sua natura spinge ad andare avanti, contrariamente a quella a computer che porta a correggere e revisionare continuamente.
Inoltre all’inizio della sua carriera, sulla scia degli scrittori romantici e dei poeti maledetti, l’ispirazione letteraria giungeva di notte ma, poi, iniziando a vedere la scrittura come un lavoro concreto, è nata l’esigenza di scrivere al mattino.
“L’ispirazione non è una musa che arriva inaspettatamente, come non è vero che serva esclusivamente la disciplina.” – ha affermato Cognetti – “ci sono comunque dei momenti in cui l’aridità della vita privata influenza quella lavorativa.” 
Dalla lettura di un passo tratto da “Manuale per ragazze di successo” sono scaturite altre riflessioni su due temi centrali di questi racconti. Si torna indietro nel tempo e si parla di una Milano lontana, da intendersi come un ossimoro costante, una realtà che si può amare e odiare allo stesso tempo, la cui bruttezza burbera in fondo affascina. Una Milano che nonostante tutto ha il gran pregio di far apprezzare l’estero, preparando ad andare in giro per il mondo esattamente come succede alla protagonista dell’altro libro “Sofia si veste sempre di nero”.
La grande abilità dell’autore di entrare nell’animo, nella mente e nel corpo delle ragazze, descrivendone in maniera chiara e inequivocabile indole e carattere, prova, poi, che il mondo non sia diviso a metà ma sia più androgeno di quanto possa sembrare. Le protagoniste del libro sono tutte ragazze la cui speranza nella vita e nelle relazioni personali e amorose supera ogni aspettativa, il cui coraggio cela con forza ogni fragilità, quasi a negare lo stereotipo della donna simbolo di debolezza.
Il racconto “Pelleossa” della raccolta “Una cosa piccola che sta per esplodere” ha portato invece il discorso sull’inevitabile commistione di elementi autobiografici e letterari. “Noi scrittori non raccontiamo coscienziosamente bugie né ci sforziamo di dire la verità, ma nel racconto tutto viene un po’ mischiato. Questo in particolare è il più fantasioso di tutti, mentre negli altri quattro racconti ci sono delle verità autobiografiche”, ha ammesso l’autore, dichiarando la sua attrazione nei confronti di queste storie di ragazze anoressiche rinchiuse in una clinica nel libro e sempre più presenti tra le adolescenti nella società. Il fascino scaturiva dalla lettura di una forma di ribellione radicale che si celava dietro a queste realtà, una sommossa e un disordine che in qualche modo lo scrittore non ha mai sentito appartenere a sé e che proprio per questo l’ha spinto ad essere raccontata.
Così viene narrato in che modo le conseguenze di un malessere interiore vengano proiettate sul proprio fisico, senza indugio e senza inganno, e le protagoniste sono presentate come il problema di famiglie apparentemente perfette e felici.
Tale fascinazione porta, poi, a delineare il personaggio di “Sofia si veste sempre di nero”, una raccolta di episodi incentrati su un solo personaggio per descriverne ogni sfaccettatura, lasciando comunque la strada aperta alla riflessione del lettore, a dispetto del genere del romanzo che costringe a comprimere le vite, le quali però non possono mai essere raccontate per intero.
La protagonista è, infatti, una ragazza coraggiosa e forte, l’insieme di tante personalità conosciute nel corso degli anni durante la vita personale e professionale di Cognetti, un’adolescente nata in maniera involontaria e indiretta dai caratteri dei precedenti scritti. 
La conclusione della serata ha, quindi, illustrato la crescita della figura femminile e della scrittura dell’autore. Nei primi racconti, infatti, il personaggio femminile non aveva ancora una caratterizzazione fisica, mentre iniziava a prendere forma e ad avere un nome nei successivi, formulando nel complesso personalità accomunate dalla forza di vivere e di combattere. 
La sua abilità descrittiva, poi, si è formata con il tempo, senza mai cambiare genere, ma rispondendo alle esigenze date dal tempo e dal momento della scrittura stessa.

Autore: GIULIA DI LEO