Università Cattolica del Sacro Cuore

Ospitare i forestieri profughi - prof. Cristina Castelli

E’ in crescita il numero di persone che fugge dal proprio paese per disastri ambientali, problemi politici ed economici, ma soprattutto a causa di conflitti. E’ il caso della popolazione siriana e più in generale di chi vive nell’area medio-orientale dove si sta consumando la più grande crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale.

Le conseguenze sono devastanti: milioni di persone ferite, torturate, orfane, duramente provate dalle circostanze della fuga e da viaggi molto perigliosi si trovano di fatto abbandonate a se stesse senza ricoveri né assistenza. Tali esperienze traumatiche incidono direttamente sulla loro salute mentale creando ferite psicologiche invisibili ma molto profonde.

Per lenire queste piaghe dell’anima è importante intervenire soprattutto con i minori perché il rischio è di veder crescere intere generazioni completamente sradicate dalla loro cultura, senza valori di riferimento, senza altri modelli se non quello della guerra, della sopraffazione e della violenza brutale. Nell’ambito degli aiuti umanitari, una goccia di speranza la sta portando anche l’Università cattolica con un intervento diretto ed originale d’accoglienza condotto da un’équipe specializzata di psicologi dell’emergenza. Tale intervento trova il proprio fondamento scientifico nel costrutto della “resilienza” intesa come capacità insita nell’essere umano di superare le vulnerabilità.

Nei campi profughi di Erbil nel Kurdistan Irakeno, in Libano e Giordania e in due centri d’accoglienza di Milano si sono potuti allestire luoghi “sicuri” dove “tutori di resilienza” svolgono attività utili a contrastare i fattori di rischio presenti nella vita del bambino e i fattori protettivi da potenziare ( l’identità, l’autostima, le relazioni familiari ed amicali, la fede, i valori sociali condivisi, ecc.) Grazie a questi interventi oggi più di 3000 minori beneficiano di un accompagnamento psicosociale adeguato al superamento dei traumi e allo sviluppo delle loro capacità  di ripresa.

Prof. Cristina Castelli

Docente psicologia sede di Milano