Università Cattolica del Sacro Cuore

L’albero della vita di Valerio Gaeti

L’albero della vita di Valerio Gaeti      

Quando un artista lavora con la natura sostanzialmente produce un’artificialità che si “nega” come tale perché si iscrive direttamente in quella dimensione che l’uomo percepisce come essenzialmente naturale. L’“artificio” scultoreo creato da Valerio Gaeti si iscrive proprio in questa duplice e ambigua realtà del gesto artistico. Immergendosi letteralmente nell’ambiente egli ha recuperato il tronco di un albero, sradicato dalle intemperie, per dotarlo di una nuova dimensione simbolica. Coricato a terra esattamente come è stato trovato nel bosco, l’albero ha assunto la forma di una croce rendendo esplicita la sua natura di ideale collegamento tra terra e cielo.

Le radici drammaticamente esposte nella loro nudità, che non possono più attingere all’humus fertile del terreno, alludono alla realtà storica e spirituale della croce, simbolo dell’estremo sacrificio di Cristo, ma allo stesso tempo strumento di redenzione per l’uomo. Riportando alla vita un albero sradicato Gaeti allude all’Albero della vita da cui tutto nasce e in cui tutto si rigenera: l’albero di Adamo che si colloca nel mito delle origini dell’umanità ed è allo stesso tempo alla base del concetto di Bene e di Male. Come nella antiche raffigurazioni del Golgota ai piedi della crocifissione era rappresentato il corpo inumato di Adamo, emblema dell’uomo peccatore in attesa della risurrezione, così nell’Albero della vita di Gaeti alla base della croce è posta la massa informe delle radici strappate al terreno. Ci sono quindi nella Croce, così imponente e severa, ma allo stesso tempo vitale di Gaeti, l’incontro tra il mistero della morte – quella dell’albero senza vita – e il mistero della risurrezione: la linfa spirituale che conferisce all’albero una nuova funzione nella forma della croce.

Formalmente la trasformazione dell’albero in croce ricorda i soggetti metamorfici surrealisti e, allo stesso tempo, la dimensione simbolica delle opere ambientali, che valorizzano le potenzialità della natura. Gaeti è un cultore della materia e in particolare del legno, materiale che è quasi sempre al centro della sua pratica scultorea. Nelle sue opere emerge sempre la dimensione artigianale, il ricordo di antiche culture contadine. Anche la grande croce è permeata da un’anima per così dire contadina: la sbozzatura grezza del legno, non levigato, ma lasciato al naturale e la permanenza nella parte finale del tronco delle radici ricordano l’origine stessa del materiale e la sua storia. Così il messaggio cristiano che ne deriva è genuino e autentico, epifanico nella semplicità della forma: la storia di Cristo si legge nella croce che lo porta al Padre.

La sera l’ombra della scultura si proietta suggestivamente sulle pareti della cappella dell’università, come nella sua prima collocazione davanti alla Basilica di Galliano. L’artista ci invita a lasciarci affascinare dalla maestosità dell’albero caduto e allo stesso tempo a farci riflettere sulla sua fragilità, che è poi quella dell’uomo di fronte al Male. E la trasformazione dell’albero in croce può essere letta come la metafora dell’umanità piegata a terra, ma viva nell’annuncio della resurrezione che passa attraverso la sofferenza e la morte.

  • Elena Di Raddo
  • Docente storia dell’arte