Università Cattolica del Sacro Cuore

I Docenti della Cattolica in pellegrinaggio

In pellegrinaggio verso la casa del Senor Santiago
di Vincenzo e Orietta

Domenica 21 Agosto è iniziato da Pamplona il nostro pellegrinaggio che ci ha portato a ripercorrere il cammino dei pellegrini verso Santiago e raggiungere Finisterre.

Il cammino, che ha circa dodici secoli, racconta l’intreccio di Fede, storia, arte di tante persone che lungo quella rete di strade hanno viaggiato, ospitato, sofferto e gioito.

Il cammino non è però un museo, ma una viva, coinvolgente opportunità di attraversare tanta storia, lasciando con grande semplicità la discrezione di scegliere solitudine o compagni di viaggio occasionali, di ammirare paesaggi, opere d’arte, solidarietà inattese o di perderti nella ricerca della tua identità.

Noi abbiamo utilizzato come strumento di cammino un pullman, che delimita un perimetro di relazioni come avviene negli ostelli, che la sera accolgono gli stanchi pellegrini di tutte le nazioni. Ci ha aiutato a guardare le differenze come opportunità, a esercitarci alla negoziazione, a beneficiare di tante ricchezze, a volte non godibili negli incontri fugaci del quotidiano.

Era un pullman particolare, perché un piccolo manipolo di docenti dell’Università Cattolica del S.Cuore e i loro familiari, accompagnati dall’Assistente Generale Mons. Claudio Giuliodori, e dall’esperta conoscenza dei luoghi del cammino di Don Daniel Balditarra, ha attraversato i regni Cristiani del nord della Spagna in sintonia con la dimensione dell’’Uni Vertere’, radice ultima dell’identità di ogni Università.

La prima tappa è stata appunto a Pamplona, dove abbiamo  visitato il Campus dell’Università di Navarra, e incontrato il pro-rettore che ha illustrato il senso e la finalità di questa Università Cattolica costruita su ispirazione di  San José Maria Escrivà. Poi dopo la celebrazione della Santa Messa in Cattedrale partenza verso Burgos ! A Puente la Reina  il nostro piccolo gruppo ha fatto le prime prove del cammino, attraversando a piedi il ponte romanico, poi altra sosta a  San Domingo della Calzada  (chiaro riferimento alla carreggiata-cammino che San Domenico contribuiva a mantenere e migliorare)  dove ci hanno  raccontato il miracolo di San Domenico e la leggenda dei galletti arrosto che tornarono in vita.

A Burgos ci siamo persi dietro la meraviglia della spiritualità gotica della sua Cattedrale. Il vangelo del giorno: '...Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto, mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza....'  ha consentito a S.E. Mons Giuliodori una prima riflessione sulla bellezza di quei luoghi, sulla presenza dei simboli che gli uomini che l’hanno realizzata vi hanno lasciato, e sul senso più profondo del nostro cammino. Si è proseguito poi con una breve sosta nell'ostello dei pellegrini di Callion, dove abbiamo potuto “toccare con mano” lo spirito di accoglienza, di apertura e di fraternità che si trova nei vari ostelli lungo il percorso.

Ed  ecco Leon…Sorpresi e coinvolti nella spinta ascetica dal gotico tardivo della sua cattedrale e soprattutto delle sue vetrate, abbiamo ripreso il cammino ....... ci siamo fermati a O Cebreiro presso la piccola chiesa di Santa Maria la Real, nella quale si conservano le reliquie del miracolo eucaristico avvenuto alla fine del '300. Mentre pregavamo, ci hanno affiancato tre pellegrini con i segni addosso della strada percorsa in questa giornata in parte piovosa: lui cinquantenne e i due figli trentenni, entrambi ciechi: ha risuonato in noi l'alleluia della S.Messa di quel giorno “ I vostri nomi sono scritti nel cielo”

Ancora un po’ di strada ed eccoci al Monte do Gozo (Gioia) perché per la prima volta i pellegrini vedono le guglie del Santuario in lontananza. Da li, a 5 km da Santiago, abbiamo raggiunto a piedi la cattedrale, dove abbiamo condiviso l'ultimo riverbero del tramonto sulla Basilica e sui volti felici di tanti pellegrini abbandonati a guardare tanto “destino”.

Il giorno dopo dalla piazza dell'Obradoiro siamo entrati nella Cattedrale:  ci ha accolto l'altare barocco con il corpo del Senor Santiago che amplificava lo stupore di essere in quel luogo e di esserci con tanti altri pellegrini.

La celebrazione nella chiesa gremita da pellegrini, e presieduta da S.E. Giuliodori, ha avuto il registro della universalità nel linguaggio e nel primato dei sofferenti (ai piedi dell'altare c'era un gruppo di pellegrini ciechi, e abbiamo ricordato più volte nella preghiera le vittime del recente terremoto di Amatrice e dell’alta valle del Tronto).

Il Vangelo del giorno ci ha attualizzato che il “non sapete né il giorno, né l'ora” vale anche per la gioia della Sequela e per ogni nostra responsabilità nella Giustizia e nella Misericordia. Alla fine la gioia di tutti noi è stata interpretata dal botafumeiro, che ha innalzato fino in cielo il profumo del dono ricevuto.

Il km 0 del cammino ci aspettava a Finisterre .... . dove i pellegrini bruciano tutto quello che di essenziale si sono portati durante il viaggio: le scarpe e il bastone. E’ segno di affidarsi da quel momento solo a chi ci ha donato terra e cielo, che in quel luogo si abbracciano in un infinito che è anche eterno.

Il giorno successivo lungo trasferimento in pullman da La Coruna a Bilbao. Abbiamo fatto sosta ad Oviedo, capitale delle Asturie, trovandoci una bellissima cattedrale gotico-romana, con lineamenti essenziali e grande respiro della spiritualità di quel periodo. Durante il trasferimento abbiamo avuto modo di prepararci per la continuazione del cammino  nelle nostre quotidianità, condividendo alcune riflessioni che fino a quel momento il pellegrinaggio aveva suscitato in noi e recitando insieme il Rosario.

 La città di Bilbao ci ha accolto con la festa della città, e come sapete, gli Spagnoli tutti sanno fare festa.

Bilbao ci ha donato la prospettiva di una comunità che ha reagito alla deriva del l'isolamento e della sfiducia attraverso una progettualità, inclusiva anche di valori artistici in ascolto delle voci del mondo ..... e nello stesso tempo di preservazione della sua identità.

Abbiamo acquisito così l'ultimo timbro di questo cammino; il primo del cammino del nuovo anno. Traguardando la strada che ci aspetta al ritorno una frase dal commento alle Beatitudini del Cardinal Ravasi ci indirizzava il cuore: 'Gesu' non è venuto a spiegare la sofferenza, ma a riempirla della Sua presenza' (P.Claudel), con la consapevolezza vissuta in quel pullman che in questo cammino non si è appunto mai soli, e anche in quello che ci aspetta si potrà, come ci invita papa Francesco, 'camminare cantando' insieme a tanti compagni di viaggio.