Università Cattolica del Sacro Cuore

Padre Gemelli - Uomo del nostro tempo

 18 gennaio 2022

In occasione dell'anniversario della nascita di Padre Agostino Gemelli, condividiamo una riflessione sull’importanza della sua figura e sull'attualità del suo messaggio da parte di Niccolò Raza, studente della Facoltà di Psicologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.

 

La grandezza di Padre Agostino Gemelli, uomo del nostro tempo

di Niccolò Raza, studente di psicologia

Padre Gemelli si è sempre battuto per il valore della conoscenza, della cultura e dell’educazione, tematiche centrali nel corso della sua vita, tanto da realizzare un’università fondata proprio su questi valori. Padre Gemelli, come disse nel famoso articolo Medioevalismo, comparso sul primo numero di «Vita e Pensiero», amava definirsi “medioevalista”, un nemico della “coltura moderna” che lui stesso definisce come cultura che “strozza le anime, coll’uccidere la spontaneità del pensiero”, tanto da paragonarla a “un mucchio di ghiaia, sul quale, a ogni tratto, un carro capitato chissà da dove versa il suo contenuto”. Si tratta di un’immagine forte in cui “l’uomo colto è ridotto ad essere un’enciclopedia, un vocabolario vivente, un catalogo, il valore dei quali, si misura dal numero degli elementi che li costituiscono, dal peso del loro volume”. È una cultura formale, che non aspira all’educazione e all’interiorizzazione dei contenuti ma solo all’istruzione superficiale basata su un puro nozionismo. La cultura moderna per Padre Gemelli si limita a creare “creature anemiche” prive di coscienza, di pensiero e di capacità critiche, cioè di quegli elementi che quando ci sono ci permettono di comprendere se siamo sulla strada giusta.

Padre Gemelli è un uomo del nostro tempo, crede e investe nei giovani, avverte addirittura la crisi che l’uomo contemporaneo vive, sa che occorre sempre più mettere in contatto la scienza con la fede e con i bisogni della società, perché sono complementari e una può far luce sull’altra, affinché l’uomo possa essere “pietas”. Gemelli è protagonista del dibattito culturale del suo tempo, offre con la sua singolare testimonianza di sacerdote e di scienziato una prova certa della compatibilità tra fede e scienza, che diventa in lui sintesi capace di generare imprese pionieristiche nella formazione delle giovani generazioni. Crede nei giovani e nell’importanza che essi assumono per la società, tanto che il progetto della realizzazione dell’università è proprio diretto a loro, affinché essa possa non soltanto limitarsi ad informare, ma anche formare le anime dei giovani, degli studenti che saranno i cittadini della società del domani.

Come fa ben notare Umberto Galimberti oggi viviamo nell’ “età della tecnica”, in cui i principali valori sono efficienza e produttività; oggigiorno siamo costantemente valutati soprattutto attraverso metodologie quantitative, che dimenticano tutta una serie di sfaccettature che rendono l’uomo, un uomo unico e speciale, ridotto invece, a un puro oggetto. Studenti e lavoratori, indipendentemente dalla tipologia di scuola e di lavoro sono soggetti a valutazioni della loro prestazione, ci si dimentica del loro “essere persona” e di conseguenza delle loro caratteristiche prime: emozioni, capacità cognitive superiori, impegno, determinazione, interiorizzazione, sentimenti; ci si limita a valutare l’oggetto, la prestazione. Padre Gemelli critica la necessità di uno “specialismo professionale”, realtà molto attuale nella società in cui ci si trova, infatti si continua ad assistere ad una costituzione di progetti di specializzazioni favorite anche dalle stesse università. Se da un lato, questo può risultare proficuo e si ottengono maggiori conoscenze e competenze riguardo un’area specifica di saperi, tuttavia dall’altro, il rischio è quello di focalizzarsi esclusivamente su quel settore, chiudersi in esso, perdendo di vista il contenuto fondamentale generale dal quale dipende.

L’agire di Padre Gemelli è spinto da una concretezza positiva perché volge il suo sguardo a Dio, che ci ha plasmati a sua immagine e somiglianza. Dio è felice, Dio ci vuole felici, Dio ci fa felici.

Le Sacre Scritture ci dicono Beatitudine, Dio è la sconfinata felicità eterna. La fede di Padre Gemelli è testimonianza viva, è carità spirituale che si rinnova ogni giorno in molti docenti e studenti dell’università Cattolica per divenire universalità.

Padre Gemelli, in un altro articolo su «Vita e Pensiero», nel 1919, quando parla di giovani sa che essi sono i cittadini della società del domani, la sua mente va oltre, la sua università Cattolica ne è un esempio, non è solo uno spazio fisico ma un luogo di incontri, un luogo di alta formazione accademica, promosso dalla Chiesa, che si apre al mondo, pronto a trasferire cultura dove, l’internazionalità è ricchezza unica e speciale perché l’incontro di culture, di saperi diversi, porta ad un dialogo che è portatore di pace, di innovazione in ogni campo, è la forza del fare che ha in sé la fede.

Padre Gemelli è anche l’uomo del fare, un fare per e con l’uomo, un fare di qualità, di fede, di valori profondi che si ritrovano anche oggi, nella missione dell’educare. Il pensiero di Padre Gemelli è oggi vivo in molti docenti che trasmettono ai loro studenti oltre che le conoscenze delle loro discipline anche l’innamoramento, la passione e la tenacia per la ricerca.

In loro si avverte l’impegno nel fare, guidato da valori forti, profondi dove vi è la consapevolezza che occorre formare professionisti che con profonde convinzioni morali e competenze qualificate possano contribuire a realizzare quello sviluppo sostenibile di cui il nostro Paese e l’intera umanità hanno bisogno. L’università Cattolica continua ad essere un ateneo di “pietre vive”.

Valori forti e profondi, sono loro che guidano davvero le scelte della nostra vita, le scelte legate al comportamento di tutti i giorni, danno significato a ciò che facciamo, chiariscono ciò che è fondamentale e importante per noi.

Padre Gemelli con la fondazione dell’Università Cattolica ha accettato di andare incontro alle sfide del suo tempo, sfide che ancora oggi sebbene diverse non sono per l’ateneo meno impegnative di allora. Lo stesso Papa Francesco più volte nei suoi discorsi ha sottolineato come la pandemia abbia evidenziato alcuni aspetti di un mondo malato, in quanto ha messo in luce i rischi e le conseguenze di un modo di vivere dominato dall’egoismo. Mai come durante questa pandemia si è sentito il bisogno comune di rincuorare l'uomo e sostenerlo nei suoi valori essenziali.

La tenacia di Padre Gemelli, diventa “risurrezione”, una risurrezione capace di seminare la speranza in mezzo a tanta sofferenza e smarrimento. Oggi più che mai, proprio da un nemico virale, apparentemente invisibile, l’uomo deve comprendere che il suo essere, il suo vivere è subordinato al comportamento dell’altro, anzi degli altri, dell’intera umanità, in quanto, facenti parte di una società di persone e che solo rispettando determinati comportamenti si potrà ridare libertà al domani, agli uomini. La fede insegna da sempre, che il fare del singolo è determinante per il vivere dell’altro e la paura dell’invisibile deve spingere ogni uomo a riscoprire l’importanza e la forza del “noi”, quel noi, cristiano, di fratellanza vera, che oggi più che mai noi giovani siamo chiamati a far vivere e a dare sia forza che voce nella quotidianità, affinché si possa essere strumenti di pace e portatori di conoscenza nel mondo e per il mondo.

La figura di Padre Gemelli e il suo pensiero contraddistinguono ancora oggi l’essenza dell’università Cattolica, il fare, insieme alla fede, alla diversità dell’altro e all’impegno possono veramente dar vita a un mondo migliore costruito sulla “roccia” perché caratterizzato dal bene comune, dove ogni uomo può, riveder riconosciuta la propria libertà di pensiero, mettendo a disposizione degli altri anche i propri talenti, quei talenti che nascono da una formazione alimentata dalla fede che danno pienezza all’uomo, al giovane, al noi.

Niccolò Raza