Università Cattolica del Sacro Cuore

Armida Barelli

Le immagini, le parole, le emozioni e la grande  partecipazione che hanno contraddistinto la celebrazione di Sabato 30 aprile nel Duomo di Milano, in occasione della beatificazione di Armida Barelli e don Mario Ciceri. La Santa Messa, è stata presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi.

 

 

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Armida Barelli

Nasce a Milano il 1° dicembre 18882 in una famiglia economicamente benestante.

Il 17 febbraio del 1917 fonda la Gioventù Femminile Cattolica Milanese, Nel 1918[3] la Barelli diviene Presidente Nazionale della Gioventù Femminile, con il compito di diffondere il movimento in tutte le diocesi italiane.

Nel 1919, ad Assisi, fonda, insieme a padre Gemelli, l'Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, di ispirazione francescana, che oggi conta circa 2400 consacrate.

Nel 1921, viene inaugurata a Milano l’Università Cattolica del Sacro Cuore con le prime due facoltà (Scienze sociali e Filosofia). Armida è tra i Fondatori e subito ne diventa la tesoriera dell'Università; ed è lei a fondare, nel 1924, la prima «Giornata universitaria», volta alla raccolta fondi per l'ateneo.

Nel 1929 fonda, sempre con Gemelli, l'Opera della Regalità, con il compito di avvicinare il laicato cattolico alla liturgia. L'importanza di quest'iniziativa va colta nel fatto che si era ben lontani dal clima del Concilio Vaticano II e, quindi, ai laici era riconosciuto pochissimo spazio nell'azione liturgica della Chiesa.

Nel 1946 è nominata Vice Presidentessa generale dell'Azione Cattolica per un triennio, da Papa Pio XII. Dal 1920 al 1950, gira, nonostante l'ostilità del regime fascista, l'Italia per promuovere la Gioventù Femminile, che arriverà a contare 1.500.000 iscritte, organizzando Convegni, Pellegrinaggi e Settimane Sociali. Nel 1946 è in prima linea nella battaglia per il voto alle donne.

Dal 1949, nella lunga infermità (soffre di paralisi bulbare) vive in spirito di penitenza, nella preghiera e nell'offerta, in particolare, per la costruzione della Facoltà di Medicina e del Policlinico Gemelli di Roma.

Muore a Marzio (VA) il 15 agosto 1952

«Accetto la morte, quella qualsiasi che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino, come ultima suprema prova d'amore al Sacro Cuore, di cui mi sono fidata in vita e voglio fidarmi in morte; e come ultima suprema preghiera per ciò che nella mia vita fu il sogno costante: l'avvento del Regno di Cristo quaggiù[5]»

Il 17 luglio 1970 la Curia arcivescovile di Milano ha aperto il processo diocesano per la sua beatificazione, che dopo la conclusione, prosegue a Roma presso la Congregazione competente.

Il 1º giugno 2007 è stata dichiarata venerabile da papa Benedetto XVI che ha autorizzato il decreto di promulgazione delle sue virtù eroiche.

Il 20 febbraio 2021, papa Francesco ha riconosciuto un miracolo avvenuto per sua intercessione, aprendo la strada alla sua beatificazione. Il miracolo riguarda la guarigione di una donna di 65 anni, Alice Maggini, che a Prato il 5 maggio 1989 era stata investita da un camion mentre viaggiava in bicicletta. La forte commozione cerebrale riportata a seguito dell'incidente portò i medici a diagnosticare gravi conseguenze di tipo neurologico. In modo scientificamente inspiegabile, Alice Maggini è guarita completamente, riprendendo la sua vita in totale autonomia fino alla morte avvenuta nel 2012.