Università Cattolica del Sacro Cuore

Relazione di sintesi della Fase Sinodale_Aprile 2024

 30 aprile 2024

Università Cattolica del Sacro Cuore

RELAZIONE DI SINTESI DELLA FASE SINODALE

- APRILE 2024 -

 

 

Istanze emerse dall’ascolto della fase narrativa:
 

I principali contenuti, ricorrenti e comuni negli incontri dei gruppi sinodali avviati nelle diverse sedi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, possono essere così riassunti:

  1. È emersa la visione di una “Chiesa in uscita” chiamata all’apertura e al dialogo con il mondo senza tuttavia perdere la propria identità e senza smarrire la luminosità e la matrice evangelica che la contraddistinguono.
  2. Si avverte in maniera decisa il bisogno di legami di fraternità, di relazioni, di spazi di dialogo da costruire nella Chiesa e in Università allo scopo di sottrarre le persone all’isolamento. Ciò permetterà che in questi luoghi si possa fare esperienza di casa, di famiglia, dell’essere pellegrini (viator).
  3. È stato espresso apprezzamento per lo stile della sinodalità: sentirsi “voce ascoltata” e non ignorata o surclassata incoraggia all’impegno per una partecipazione più consapevole e diretta all’edificazione della comunità cristiana.

L’università può e deve essere luogo idoneo ed adatto a elaborare e sperimentare nuovi stili sostenuti da un forte impegno culturale che trova nel dialogo tra le diverse componenti e le diverse aree scientifiche quasi un tirocinio a quanto poi dovrebbe essere traslato nella vita quotidiana sempre più bisognosa di dialogo rispettoso e costruttivo.

  1. La missione della Chiesa è sintetizzabile attorno alla «capacità di fare comunità» tenendo come riferimento la descrizione della prima comunità cristiana di Gerusalemme. È stato altresì ricordato è il fondamento che le permetteva di essere

«Chiesa»: la presenza del Signore, il costante riferimento a lui, la vita di fede alimentata dalla pratica sacramentale, l’esperienza di persone che manifestano gli uni verso gli altri stima vicendevole, sincera e visibile agli occhi del mondo, il rispetto per la varietà dei carismi

 

 

Quali temi sono stati scelti per l’approfondimento della fase sapienziale?

 

Il Consiglio pastorale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e tutti i membri dei gruppi sinodali hanno scelto all’inizio dell’anno pastorale di proporre le cinque schede di lavoro indicate dalla Segreteria del sinodo. A queste è stata aggiunta una sesta scheda dal titolo

“Fraternità teologica”, con riferimento alla peculiarità dei corsi di Teologia proposti in Università Cattolica come parte integrante del piano di studi per tutti i corsi di laurea.

Come per la fase narrativa, la fase sapienziale è stata introdotta e coordinata da S. E. Mons. Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ed ha interessato l’intera comunità accademica. Tutte le sedi (Milano, Brescia, Piacenza, Cremona, Roma) sono state coinvolte e tutte le componenti della comunità accademica (docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo, movimenti ecclesiali) vi hanno partecipato. Il cammino sinodale ha potuto contare anche sulla partecipazione del personale sanitario e amministrativo del Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma. Il coinvolgimento di docenti, personale amministrativo e tecnico e studenti ha favorito la possibilità dello scambio con l’utilizzo del metodo, molto apprezzato, della conversazione nello Spirito.

 

 

SCHEDA 1

Missione secondo lo stile di prossimità

 

La Chiesa e quindi anche l’Università devono offrire un’alternativa credibile e desiderabile all’individualismo, promuovendo una vita di relazione sana e bella. Nell’Università lo studente, il dipendente amministrativo e il docente devono trovare un luogo dove ci si sente accolti, dove si impara a collaborare e a progettare insieme con la consapevolezza di essere parte di un’unica comunità. Ciò è particolarmente vero e importante in questa fase storica dove l’individualismo e l’autorealizzazione sono percepiti sempre di più come elementi totalizzanti, avulsi da una vita di relazioni che non siano esclusivamente strumentali.

Questa prospettiva interroga ognuno a mettere a disposizione il proprio tempo in modo gratuito per costruire questa comunità: siamo disposti ad investire in questo senso? La gratuità è un altro elemento rivoluzionario nella vita di Cristo: egli ha donato la sua vita per noi senza attendersi un contraccambio.

È importante che i credenti promuovano nel mondo universitario un reale coinvolgimento attivo del corpo docente e di chiunque sia coinvolto nella missione formativa e accademica, favorendo occasioni di incontro, in particolare tra studenti e professori. Anche le associazioni studentesche ed ecclesiali possono diventare una presenza concreta nell’aiuto del prossimo, sempre grazie al supporto e al dialogo con il personale docente. Inoltre, nel caso specifico dell’Università Cattolica, ciò che caratterizza il suo agire discende, nella sua essenza più profonda, dagli insegnamenti e dallo stile di Gesù: egli ci ha insegnato a vedere l’altro anzitutto come una persona, un fratello e una sorella accumunati dall’unico Padre.

 

 

SCHEDA 2

Il linguaggio e la comunicazione

Ogni Università adotta un linguaggio che è anzitutto espressione di un’identità riconoscibile e consapevolmente condivisa. A questa istanza di ordine generale se ne aggiunge un’altra: si tratta non soltanto di far udire la propria voce ma di prestare ascolto alla domanda di senso proveniente dall’intera società e, in maniera più puntuale, dalla popolazione studentesca.

Alle origini delle attuali difficoltà di comunicazione sta spesso un’incomprensione di fondo, che dall’ambito studentesco rischia di trasferirsi anche al corpo docente, sul quale pesa l’ulteriore equivoco di una riduzione dell’insegnamento ad attività meramente funzionale. Detto altrimenti, ci sono alcuni grandi temi avvolti da un silenzio non salutare, con ricadute negative anche per quanto riguarda i rapporti interpersonali. Il problema della scarsa comunicazione non si risolve esclusivamente facendo ricorso a soluzioni tecniche più efficienti. Sforzi ancora più considerevoli vanno compiuti per valorizzare situazioni di comunicazione non formale, così da promuovere un proficuo scambio tra generazioni, discipline e competenze.

Un territorio straordinariamente fertile potrebbe essere rappresentato dalla Dottrina Sociale della Chiesa, la cui conoscenza risulta scarsamente diffusa al di fuori di alcuni contesti specifici. Se è da un lato è vero che i fondamenti della Dottrina Sociale appaiono lontani dalla mentalità odierna, è altrettanto indiscutibile che numerosi temi dottrinali, tra l’altro puntualmente ripresi dal Magistero di papa Francesco (il concetto di bene comune, la cura del creato, l’attenzione ai fenomeni migratori, le pratiche di riconciliazione e pacificazione, il superamento delle diseguaglianze ecc.), costituiscono una risposta convincente rispetto alle emergenze in corso e trovano pronta rispondenza nella mentalità dei più giovani.

Per quanto riguarda l’Università Cattolica, la necessità di elaborare un linguaggio maggiormente comprensibile da parte delle persone più giovani va pertanto armonizzata con la volontà di trasmettere i contenuti peculiari della sua tradizione e della sua missione. La cura della comunicazione attraverso i social media non va demonizzata ma colta come occasione per comunicare al mondo e ai giovani il Vangelo, così da costruire una comunità che non sia chiusa ma aperta al dialogo anche con la cultura non cristiana, per favorire il dialogo con non credenti o diversamente credenti.

 

 

 

SCHEDA 3

La formazione alla fede alla vita

È importante e necessario ritornare ad un forte e chiaro annuncio cristiano nel contesto accademico. È questo un luogo che, per sua natura, si pone in costante dialogo con la società ed è pertanto chiamato ad una feconda interazione con il panorama culturale contemporaneo. Per tale ragione, sarebbe importante mostrare con estrema chiarezza come tutti gli ambiti del sapere, se abitati cristianamente, concorrono a rispondere alle domande sul senso della vita e a orientarla verso la sua pienezza.

D’altra parte, soprattutto nelle nuove generazioni, la domanda sul significato della vita è accompagnata da un diffuso senso di paura e di mancanza di fiducia verso il reale, caratterizzato anche da un difficile rapporto con la fatica del mettersi in gioco. Gli studenti avvertono di essere fragili e impreparati difronte alla velocità dei cambiamenti in atto nella società e nel mondo del lavoro; disillusi verso un futuro sempre meno ricco di opportunità; disorientati nel flusso abnorme di informazioni che sovente polarizzano le idee e imbrigliano il pensiero critico.

In questo contesto emerge il bisogno di una comunità cristiana in cui fare esperienza della concretezza del cristianesimo: la paura e la sfiducia si possono affrontare se abbiamo qualcuno che ci ricorda che Gesù è risorto ed è presente, ci aiuta a guardare alla realtà come a qualcosa di buono. La possibilità di recuperare uno sguardo positivo sulla realtà e di uscire dal livello individuale che opprime è favorita dal riuscire a trovare

qualcuno che ci insegni a guardare alla bellezza che c’è anche nella fatica del vivere quotidiano.

Il desiderio di condividere l’esperienza cristiana a sua volta comporta alcune disposizioni e atteggiamenti ben precisi:

- la scelta coltivare un percorso di vita costante e continuo, in modo che possa diventare una proposta di vita in cui non ci sono degli steps da dover completare ma piuttosto un viaggio da compiere, accompagnati e guidati da un maestro.

- le persone – in ogni età della vita – necessitano di presenza, qualcosa e qualcuno che colmi e riempia loro la vita. Fare parte di una comunità, avere un luogo fisico in cui ritrovarsi e sperimentare, per crescere, imparare e riscoprirsi. Una catena di persone, dal più piccolo al più anziano, unite e collegate per età e per storie, in cui continuamente si formano gli altri e si è formati.

- servono testimonianza e gesti. È decisivo poter contare su qualcuno che ci abbia voluto bene e ci abbia mostrato le nostre doti e che ci indichi in quale direzione metterle a frutto. Noi tutti siamo nati per amore e siamo nati dall’amore. Abbiamo bisogno dello sguardo di chi si fa vicino a noi perché ci vuole bene e ci conduce a Gesù che è la via, la verità e la vita.

- consapevolezza di essere cristiani e di testimoniarlo in ogni gesto e in ogni giorno, vivendo nella Chiesa che abbiamo avuto la benedizione di incontrare e di abitare in un luogo concreto. Ma a questa Chiesa viene chiesto di più, perché essa può e deve dare di più.

La missione dell’Università è rilevante anche nel contribuire a formare solidi laici cristiani, certamente gli studenti che saranno la futura classe dirigente del Paese, ma anche coloro che vivono l’università ogni giorno come contesto di lavoro e di impegno

 

 

 

SCHEDA 4

La sinodalità e la corresponsabilità

Per attuare la corresponsabilità occorre necessariamente lavorare e creare un contesto culturale e uno stile generale e personale aperto al confronto e al dialogo. La corresponsabilità richiede consapevolezza dei fatti e delle situazioni esistenti. E ciò si realizza solamente in presenza di un processo di circolazione delle informazioni che sia il più ampio possibile.

Il primo tassello della corresponsabilità consiste nel fare bene quello che sono chiamato a fare nel mio posto così da essere, di fatto, testimone di Gesù e del Vangelo con il mio lavoro.

La corresponsabilità, anche se è un processo che costa fatica, ha indubbiamente ricadute positive negli ambiti di vita e di lavoro. Si potrebbe anche dire che educare una persona ad essere corresponsabile significa condurla alla piena realizzazione di se stessa e della propria libertà, verso un traguardo di comunione tra gli uomini: “È nella comunione, anche se costa fatica, che un carisma si rivela autenticamente e misteriosamente fecondo (Lumen Gentium 130).

In questa prospettiva rientra anche la valorizzazione del ruolo femminile, evitando una sterile contrapposizione uomo/donna. La Chiesa dovrebbe proporre linee e percorsi educativi che mettano al centro la cura della relazione uomo/donna superando le derive narcisistiche ed individualiste dell’attuale società e facendo cogliere l’importanza e la bellezza dell’amore e della sacralità della vita. Il ruolo femminile può essere maggiormente valorizzato anche fornendo strumenti di politica attiva in ambito welfare che possano tutelare ad esempio la maternità e la cura dei figli in tenera età.

 

 

SCHEDA 5

Il cambiamento delle strutture

Le strutture esistenti sono sicuramente migliorabili. E tuttavia è bene partire dal riconoscimento che anche gli spazi sono frutto di una “lunga storia” e sono teatro delle “nostre storie”. Il cambiamento non deve quindi essere inteso come mero rifiuto dell’esistente ma piuttosto come forma di adattamento migliorativo per rispondere in modo più efficace e solidale ai mutati contesti sociali e culturali.

Una proposta concreta: affrontare organicamente le problematiche legate al Diritto allo studio, in particolare l’emergenza abitativa per gli studenti, con soluzioni non solo dettate da logiche di profitto ma attente alla sostenibilità e sulla base di una prospettiva educativa. Ciò significa, ancora più concretamente, avviare la mappatura delle strutture esistenti nelle Diocesi utilizzabili come pensionati/alloggi; promuovere l’interlocuzione con gli Enti locali e centrali per fare fronte ai costi crescenti in molte città d’Italia.

 

 

 

SCHEDA 6

Fraternità teologica

La fede – come magistralmente ha messo in luce papa Benedetto XVI – allarga l'orizzonte del nostro pensiero, è via alla verità piena, guida di autentico sviluppo. Fede e cultura sono grandezze indissolubilmente connesse e la questione della Verità e dell'Assoluto - la questione di Dio - non è un’investigazione astratta, avulsa dalla realtà del quotidiano, ma è la domanda cruciale, da cui dipende radicalmente la scoperta del senso del mondo e della vita. Il sapere della fede, quindi, illumina la ricerca dell’uomo, ciò che la ragione scorge la fede illumina e manifesta.

L’insegnamento della Teologia rappresenta una risorsa peculiare dell’Università Cattolica e proprio per questo va sottratta al sospetto di mero obbligo formale a cui tutti gli studenti dell’Ateneo devono sottostare. Comunicare la centralità del pensiero teologico all’interno di una Università Cattolica potrebbe essere uno dei primi obiettivi sui quali concentrarsi nella prospettiva del Cammino Sinodale.

 

 

Verso la fase profetica

 

Alcune proposte

 

  • Creazione di tavoli di lavoro intraecclesiali (Diocesi, Associazione, movimenti …) per esplorare le potenzialità offerte dall’Università nella nuova evangelizzazione.
  • Rendere sistematiche iniziative di presenza/testimonianza di docenti e studenti nelle Diocesi e nelle Parrocchie italiane, così come nelle realtà scolastiche, specialmente nel Mezzogiorno.
  • Le strutture pastorali dovrebbero incrementare la corresponsabilità laicale (ad. esempio: ci sono parrocchie gestite da famiglie e non solo da sacerdoti)
  • In merito alla formazione del clero: adoperarsi affinché possa crescere nelle competenze a favore di una maggiore capacità relazionale.
  • Partendo dalla constatazione che la popolazione studentesca universitaria spesso proviene da realtà ferite, sarebbe auspicabile aumentare gli spazi e le possibilità di ascolto.
  • La Chiesa organizzi momenti pubblici, invitando i docenti cattolici a portare il loro contributo di riflessione critica sulla realtà, ad illustrare il punto di vista della Chiesa, ad evidenziare le implicanze e i risvolti di carattere etico.
  • L’Università è un luogo che, per sua natura, contribuisce ad un costante dialogo con la società ed è pertanto chiamata ad una feconda interazione con il panorama culturale contemporaneo. Per tale ragione, il corpo docente credente dovrebbe essere sollecitato a mostrare con estrema chiarezza che tutti gli ambiti del sapere, se abitati cristianamente, concorrono a rispondere alle domande sul senso della vita e a darle un orientamento.