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La medicina prenatale - Prof. Noia Giuseppe
La medicina prenatale oggi si connota, ad una riflessione più profonda, come il campo in cui si possono riconoscere vere e proprie attività e opere di misericordia spirituale. Non è affatto una forzatura quella di voler leggere, nell’operato di tutti coloro che vivono l’esperienza di lavorare nel mondo prenatale, una serie di “occasioni” in cui esercitare le opere di misericordia spirituale.
Se noi consideriamo la prima opera di misericordia spirituale, consigliare i dubbiosi, è veramente sorprendente ed è una riscoperta per molti, nell’anno della Misericordia, riflettere quanto impatto spirituale abbia una consulenza che dissipi i dubbi di una coppia che si presenta da un ginecologo con una diagnosi dubbia sulla normalità o meno del proprio bimbo in utero. L’elencazione delle molteplici condizioni in cui si possa esercitare questo ministero è ampia e diversificata ma prendiamo ad esempio il caso di una donna che faccia un test per una malattia infettiva in gravidanza e che questo test risulti positivo per il rischio di passaggio dalla madre al bimbo in utero, con dati scientifici rigorosi alla mano, si può contenere il dubbio diagnostico di questa donna che ha contratto una malattia infettiva non solo tranquillizzandola sul fatto che il virus o il parassita possa non essere passato ma anche sul fatto che possa passare in epoche in cui non nuoce al feto. Inoltre, se passato, abbiamo a disposizione terapie efficaci per contrastare gli effetti e per quantificare la diagnosi nonché tutte le storie naturali di bimbi che nel corso dei decenni abbiamo curato e che ora, a distanza di anni, hanno una vita normale sul piano neuromotorio e psico - intellettivo.
Tutto ciò si traduce nella coppia in una metamorfosi psicologica repentina, un cambiamento radicale anche della mimica facciale perché il contenimento del dubbio diagnostico ha ridonato loro la speranza che era stata perduta magari da una falsa interpretazione dei dati o da un’amplificazione del danno proiettata sulla base di evidenze scientificamente datate o inesatte.
Ma consigliare i dubbiosi si attua non solo verso le coppie, le famiglie che presentano una diagnosi dubbia di malformazione bensì anche per tutti quei medici e ginecologi che non conoscendo in maniera analitica la problematica delle malattie infettive in gravidanza consigliano, nel dubbio, l’interruzione di gravidanza o comunque pensano di tutelare la salute psicologica della donna e la propria professione sul piano medico legale nell’ambito della medicina difensiva.
Consigliare i dubbiosi quindi, attua sul piano culturale il passaggio dalla informazione alla conoscenza e dalla conoscenza alla consapevolezza che nella madre a rischio accresce la serenità ed è confortata dai buoni risultati, mentre nei medici attua un salto diagnostico sull’uso della conoscenza prenatale.
Infine ci si riappropria della propria missione di difensori della vita, perché è fatta non con motivazioni confessionali ma con evidenze scientifiche, con osservazioni testate e dimostrate dalla scienza ufficiale e dalle storie naturali dei bambini nati. Lo spostamento di un accento che dal sapére ci fa arrivare al sàpere cioè assaporare, permette di riscoprire la bellezza di mettere la propria conoscenza al servizio della vita nascente.
Prof. Noia Giuseppe
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